L’ipnosi è una tecnica che induce uno stato modificato di coscienza caratterizzato da focalizzazione attentiva, aumentata suggestionabilità e riduzione della consapevolezza periferica (Barnier & Nash, 2008). Sebbene storicamente associata al trattamento di disturbi clinici come il dolore cronico o l’ansia, negli ultimi decenni si è assistito a un crescente interesse per il suo utilizzo in ambiti non clinici, tra cui il miglioramento delle performance cognitive e scolastiche.
1. L’ipnosi come strumento per potenziare attenzione e memoria
Numerosi studi hanno evidenziato che l’ipnosi può influenzare positivamente i processi cognitivi implicati nello studio, in particolare l’attenzione sostenuta, la memoria di lavoro e la capacità di gestire le distrazioni. Ad esempio, uno studio randomizzato controllato condotto da Gruzelier (2002) ha mostrato che soggetti sottoposti a training ipnotico personalizzato hanno migliorato significativamente la performance in compiti di attenzione selettiva e memoria verbale rispetto a un gruppo di controllo.
In contesti educativi, l’ipnosi è stata utilizzata per indurre uno “stato di concentrazione profonda” (deep focus state), che facilita la codifica e il richiamo delle informazioni. L’induzione ipnotica può aiutare a “disattivare” stimoli esterni irrilevanti e promuovere uno stato mentale simile al flow, descritto da Csikszentmihalyi (1990) come uno stato ottimale di esperienza soggettiva durante l’esecuzione di compiti complessi.
2. Ipnosi e gestione dell’ansia da prestazione
Un altro meccanismo attraverso il quale l’ipnosi può migliorare lo studio è la riduzione dell’ansia da prestazione. Numerose ricerche indicano che l’ansia interferisce con le funzioni esecutive, in particolare con la memoria di lavoro e la flessibilità cognitiva (Eysenck et al., 2007). L’ipnosi, utilizzata come tecnica di rilassamento profondo, può ridurre i livelli di ansia anticipatoria e migliorare il rendimento nei test. Uno studio di Milling et al. (2018) ha rilevato che studenti universitari che hanno ricevuto sessioni ipnotiche mirate a potenziare l’autoefficacia e ridurre l’ansia hanno ottenuto punteggi significativamente più alti in esami scritti rispetto ai controlli.
3. Suggestioni post-ipnotiche per aumentare la motivazione e la pianificazione
L’efficacia dell’ipnosi nel contesto dello studio è ulteriormente potenziata dall’uso di suggestioni post-ipnotiche, ovvero istruzioni date durante la trance che si attivano successivamente nella vita quotidiana. Le suggestioni possono riguardare l’aumento della motivazione allo studio, la regolarità nella pianificazione delle sessioni di apprendimento o la capacità di mantenere la concentrazione per periodi prolungati. In uno studio sperimentale, Barabasz & Barabasz (1992) hanno dimostrato che studenti che ricevevano suggestioni ipnotiche personalizzate mostravano un incremento significativo del tempo dedicato allo studio e della qualità dell’apprendimento.
Conclusioni
L’ipnosi si configura come uno strumento promettente per migliorare le capacità di studio e concentrazione, agendo sia a livello cognitivo (attenzione, memoria, motivazione), sia emotivo (riduzione dell’ansia). Le suggestioni ipnotiche e gli stati di trance possono essere utilizzati in modo mirato per ottimizzare l’apprendimento, soprattutto in studenti motivati e recettivi.
Antonio F. P. Allegretta Ph.D.
Bibliografia
Barabasz, A., & Barabasz, M. (1992). Enhancing student achievement with posthypnotic suggestions for learning. Contemporary Hypnosis, 9(2), 105–110. https://doi.org/10.1002/ch.3760090207
Barnier, A. J., & Nash, M. R. (2008). Hypnosis and memory: Theoretical, experimental, and clinical perspectives. Psychology Press.
Csikszentmihalyi, M. (1990). Flow: The psychology of optimal experience. Harper & Row.
Eysenck, M. W., Derakshan, N., Santos, R., & Calvo, M. G. (2007). Anxiety and cognitive performance: Attentional control theory. Emotion, 7(2), 336–353. https://doi.org/10.1037/1528-3542.7.2.336
Gruzelier, J. H. (2002). A review of the impact of hypnosis, relaxation, guided imagery and individual differences on aspects of immunity and health. Stress, 5(2), 147–163. https://doi.org/10.1080/10253890290027873
Milling, L. S., Gover, M. R., & Moriarty, C. L. (2018). The effectiveness of hypnosis as a treatment for anxiety: A meta-analysis. International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis, 66(3), 274–289. https://doi.org/10.1080/00207144.2018.1460755
Oakley, D. A., & Halligan, P. W. (2013). Hypnotic suggestion and cognitive neuroscience. Trends in Cognitive Sciences, 17(10), 561–570. https://doi.org/10.1016/j.tics.2013.08.005